24 GIUGNO 2012: PER BORGHI AULLESI. BIBOLA E VECCHIETTO, GORASCO E POMARINO
Vanno sempre in coppia Bibola e Vecchietto e Gorasco e Pomarino. La vicinanza geografica li ha uniti anche nel linguaggio comune. D'altronde, si trovano uno dopo l'altro dopo le numerose curve che salgono dalla statale della Cisa, lasciando il centro di Aulla.
Nel caso di Bibola e Vecchietto, le loro chiese sono intitolate entrambe a San Bartolomeo. A ogni tornante si fa più chiaro il panorama ed appare in tutto il suo splendore la fortezza della Brunella sotto di noi e davanti, più in lontananza, il castello di Podenzana. Da qua passarono intere generazioni di pellegrini, mercanti e briganti, seguendo la Via Francigena che scollinava poi a Ponzano Superiore.
E qua sorsero due castelli: il castello di Burcione, ormai quasi scomparso, dell'omonima famiglia che contese per un breve periodo il potere ai Malaspina e ai vescovi di Luni, e il castello di Bibola, di cui rimangono interessanti ruderi alla sommità del borgo. Curva dopo curva arriviamo a Bibola, ma proseguiamo prima per Vecchietto, poco oltre, poi capirete perchè. La sensazione è un po' decadente, la struttura del borgo e i segnali bianco e rossi della Via Francigena di ricordano che era zona di passaggio.
La via principale va dalla chiesa e risale il paese, tra passaggi in galleria e bei portali. C'è bisogno di un po' di decoro in più, peccato, soprattutto per i fondi (piani terra delle case) lasciati proprio al loro destino. Torniamo verso Bibola e ci fermiamo sotto il castello. La base è ancora imponente, mentre la parte superiore sembra una mano scheletrica, con parti di mura che sfidano ancora il tempo. Anni fa eravamo saliti fin dentro, appoggiato alla costruzione secolare riposava un cartello del telefono, di quelli di una volta.
Il borgo è però tenuto benissimo, case quasi tutte ristrutturare e piccoli cartelli turistici qua e là con spiegazioni. Bravi. Subito sotto il castello si trova la chiesa di San Bartolomeo, dove leggenda vuole che ci sia il sepolcro della moglie del conte Ugolino. La passeggiata è piacevole, la pietra arenaria regna sovrana e scendiamo a spirale fino alla bellissima galleria. Ebbene si, Bibola è un borgo concentrico e anche borgo in galleria.
Vedere questo link della mappa di google per credere: http://goo.gl/maps/JL0o7. Qui ci sono dei bambini che giocano (bambini in vetusto borgo lunigianese, ossimoro?). Ci godiamo un po' il paesaggio e scendiamo ancora un pochino fino alla porta monumentale d'entrata. Non c'è che dire, Bibola è di quei borghi che meritano di essere visitati, che se fossero in altre zone della Toscana, sarebbero pieni di negozi di souvenir. Tra lo spopolamento e i souvenir, meglio il male minore (souvenir). Adesso è il momento di ritornare verso il castello, scalino a scalino, e di riprendere la marcia. Non sapendo infatti che da Vecchietto si raggiunge direttamente Pomarino, la allunghiamo di quei 4/5 km riscendendo ad Aulla e prendendo la strada del Cerreto verso Fivizzano.
Eppure anche quelli di Google (sempre loro) Street View sono passati da qua. Audaci. Prima di Pallerone, i cartelli stradali indicano una strada un po' malandata sulla destra, dove subito c'è un passaggio a livello. Perchè Pomarino? Curiosità come sempre, poi un po' di tempo fa, avevo letto "Vita Familiare in Italia" di Lina Gordon Duff, castellana della Brunella tra le due guerre. Scriveva di un contandino a suo servizio, chiamato appunto il Pomarino, perchè veniva da quel paesello e così descriveva il paese: "Il villaggio di Pomarino consiste di un pugno di case in pietra grigia ammucchiate disordinatamente per tenersi caldo e compagnia; è circondato da vigneti e terrazze e poi ancora da castagni". Non è cambiato nulla, il minuscolo grappolo di case è sempre lì, sempre circondato da campi. Nascosto tra le case c'è un oratorio, accanto a una volta che custodisce vecchie biciclette. Stop. Meno male che non è cambiato, qua siamo proprio in mezzo alla natura. Arrivando abbiamo superato un ponte sul torrente Bardine, con bagnanti inclusi di sotto, spaparanzati a prendere il sole. Angoli di Lunigiana. Ma noi continuiamo imperterriti fin dove finisce la strada (quasi) e tra verdi valli e Canova guardandoci dalla collina di fronte giungiamo a Gorasco. Proveniendo da Pomarino, non c'è verso di fare una foto d'insieme, ci sbatti quasi contro.
Prima del paese c'è una bella fonte/abbeveratoio, con cappellina e maestà. E qua la strada si biforca. Gorasco è infatti formato da due centri, uno, quello in basso, dove si trova la chiesa, anche questa dedicata a San Bartolomeo! e l'altro appena sopra. Noi andiamo verso la chiesa, dal piccolo piazzale si gode un bel panorama e le poche case seguono una sola via, che poi gira in alto e si ricongiunge con Gorasco.
Noi non la seguiamo, perchè non pensavamo di passarci, eppure... eppure quale sorpresa quando, sempre su Google Street View, vedo che loro ci sono passati con la loro macchina a fare le foto. Cosa avranno pensato i locali quando hanno visto questa automobile? http://goo.gl/jL0kr E soprattutto, come di permettono di passare dove non è passata Terre di Lunigiana??? Ma scherziamo? Vedremo chi ha più mezzi! Si, ma son rimasti fregati quando sono arrivati qui... http://goo.gl/maps/CgrZh Eh si, non si passa più e adesso fai una bella manovra... Ormai stiamo divagando, il nostro giro è finito, godiamoci queste zone con questa bella canzone della Bandabardò, versione dell'originale di Nino Ferrer

Felicità, non sei in città
viva la campagna
viva la campagna
la civiltà è bella ma
viva la campagna che mi da:
un arcobaleno sereno, l'odore del fieno,
il canto corale di 1000 cicale,
un bianco puledro, un fiore di cedro,
le stelle più grandi del cielo ma...

Dimenticavo, ci sono anche da vedere questi due siti!
http://www.vecchietto.it
http://www.gorasco.it

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