7 GENNAIO 2011: IL CASTELLO DELLA VERRUCOLA

Venerdì quasi festivo, tra l'Epifania e il fine settimana. E si dà il caso che il venerdì sia l'unico giorno in cui è possibile visitare il castello della Verrucola. Telefoniamo per avvisare della nostra visita e dall'altro lato della linea una signora ci conferma gentilmente per il pomeriggio. Una domanda mi fa però perdere un po' d'entusiasmo: "Sa che si visitano solo due sale e la chiesetta fuori?". Effettivamente non lo sapevo, ma ormai abbiamo chiamato.
Il pomeriggio partiamo verso la Verrucola, tempo piovoso come sempre, siamo in quattro. Su fino a Fivizzano e oltre, arriviamo allo splendido borgo della Verrucola, dove fino a pochi anni fa facevano anche un mercato medievale d'agosto. È una frase fatta, ma se non fosse per un'impalcatura, sembrerebbe di tornare indietro nel tempo. Poi, se analizziamo la situazione: nuvole basse, sono le tre del pomeriggio e ormai è quasi scuro, pioggerellina, non c'è un'anima in giro, all'entrata del borgo c'è questo oratorio con un grosso teschio in facciata... Lunigiana o Transilvania... "Filini, ma che fa? Dorme?"
Comunque, superiamo un pontino in pietra e prima della porta d'entrata, ecco una fontana del Cascella sulla destra. Per chi non lo sapesse, il castello è proprietà della famiglia dello scomparso scultore, conosciuto tra l'altro per aver costruito il mausoleo di Villa Arcore nel 1993. Ma torniamo a noi, saliamo un po' timorosi verso il castello e suoniamo il campanello. No, non ci apre nessun gobbo orbo da un occhio, la stessa signora del telefono ci fa entrare e dopo i convenevoli di rito, ci racconta un po' del castello: che era ridotto a rudere e che il Maestro lo fece ricostruire con cura; della strage della Verrucola, quando i cattivoni Malaspina di Gragnola nel 1416 fecero ammazzare tutti i loro parenti della Verrucola e si salvò solo un neonato grazie alla nutrice, Spinetta Malaspina (vatti a fidare dei parenti); che la torre all'altro lato del ponte sul canale Collegnago dove abbiamo parcheggiato, è proprietà di altri; che una volta la Verrucola dei Bosi era il centro principale e che Fivizzano era il mercato, cioè Fivizzano della Verrucola; che le due sale che si visitano sono quelle dove ci troviamo...
Ok, ce lo aveva detto, ma che delusione! Non annoveriamolo tra i castelli visitabili, due sale??? Dovrebbe essere l'antica sala d'armi, con un possente pilastro centrale nel mezzo, circondata da gessi delle opere del Cascella, interessanti per carità, ma il castello è proprio grande... Rassegnati ascoltiamo qualche accenno sulle sculture, in che città si trovano, il mausoleo berlusconiano ecc. Barlume di speranza, ecco che ci apre un portone verso il giardino interno, improvvisamente i nostri occhi spaziano su Pognana, Signano e Turlago, oltre il torrente Mommio. Inebriati andiamo verso la torre ovest, ma veniamo prontamente richiamati e torniamo dentro mestamente a capo chino, "la signora sta lavorando, non vorrei vi vedesse"...
Di nuovo dentro, vediamo dal basso l'interno vuoto di una torre e alcuni resti di affresco, per un certo tempo il castello fu monastero. Concludiamo la visita con la chiesetta di Santa Margherita, inglobata nel castello, dove parliamo del più e del meno sulla Lunigiana e Fivizzano.
Conclusione: alla fine un'ora e mezza di gita, la nostra guida gentilissima nello spiegare e allungare la visita, purtroppo ci ha potuto far vedere davvero poco.

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