LA VALLE DI ZERI
Una soleggiata mattina d'estate parto per Zeri, meta finale il Passo del Rastrello, che divide la Lunigiana dall'alta Val di Vara. Cielo azzurrissimo e bel tempo mi accompagnano lungo i numerosi tornanti che portano su su fino al passo. Tutto è verde brillante, dopo le piogge dei giorni precedenti e qua e là spuntano gruppi di case e paesi, scenario tipico delle valli zerasche. Zeri infatti non corrisponde ad un agglomerato preciso di case, ma è un nome collettivo che comprende le valli di Zeri, Adelano, Rossano e Codolo.
Il viaggio è tutto una tirata senza sosta fino al Passo del Rastrello. Da Pontremoli ci arrivo in circa cinquanta minuti, passando per Noce, Coloretta e Castello. Una volta in cima ammiro il paesaggio da ambedue le parti del crinale, un cartello segnala che ormai ho scollinato, un signore anziano seduto sull'uscio di una casa mi guarda con curiosità (ormai è una scena tipica per me, macchina fotografica in mano), mentre appena prima si trova ormai chiusa da tempo la pizzeria la Baita.
Lungo il viaggio di ritorno faccio tappa a Castello, posto di fronte a Bergugliaga. Nel piccolo borgo un cartello segnala la presenza di pochissimi ruderi di un castello malaspiniano. Chiedo a due anziani che parlottano vicino alla chiesa come raggiungerlo. Mi indicano un sentierino che gira intorno ad una collinetta, ma mi avvisano che solo ci sono pochi sassi e di fare attenzione alle vipere. "Incoraggiato" seguo le indicazioni ed arrivo in breve ai piedi della piccola collina. Non distinguo nulla dell'antica fortificazione, se non alcuni massi, forse rotolati giù dopo lo sfascio del castello. Al mio ritorno in paese uno dei due signori mi spiega che arrivando proprio in cima si vedono ancora le fondamenta del castello, ma che ci vogliono gli stivaloni per procedere sicuri.
Risalgo in macchina e mi fermo a Coloretta, forse il centro più importante della valle. Molte macchina targate Genova e una certa attività vicino al supermercato. C'è anche un benzinaio. Faccio un giro veloce fino alla chiesa che è in fase di ristrutturazione, con vicino il bel campanile quadrato e mi fermo ad un bar a mangiare una focaccia. Forse ci sono stato troppo poco, anche perchè poi leggo che a Coloretta si trova una villa rurale, Villa Quiligotti.
Riprendo il viaggio di ritorno e stavolta mi fermo a Noce di Zeri. Nei suoi pressi due anni fa eravamo scesi nel Gordana per percorrerlo, ma non eravamo entrati in paese. È molto suggestivo, tutto di pietra, con volte e gallerie. Sembra diviso in due parti, entrambe con un oratorio a poca distanza uno dall'altro. La mia paura quando giro nei borghi è di trovarmi qualche cane slegato non proprio amichevole, come mi era capitato a Camporaghena, ma qui ci sono solo gatti...
Il giro è finito, si torna a casa dietro la corriera del CAT che scende per i tornanti fino a Pontrmeoli.

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