Alla ricerca di notizie sulla Lunigiana, mi sono imbattuto in questa descrizione del percorso della Via Francigena da Fornovo a Sarzana. Andrea, valoroso pellegrino/viandate/escursionista mi ha dato il permesso di riportare qui la sua esperienza. L'originale, con successivi commenti si può leggere qui

GIORNO 1: VENERDI' DI PASQUA
Mi sveglio piuttosto stonato: fottuta depressione. Mi ritrovo a
pensare che visto che oggi alla fine dovrei camminare da solo,
restando a casa non tirerei il bidone a nessuno: quasi quasi mi passo
il giorno di ferie che mi son preso a letto, non facendo un cazzo, e
mi metto in marcia da domani.
Mi alzo, con molta calma, lento come un bradipo. Chiamo l'ostello di
pontremoli per prenotare per 2 persone, per la seconda notte di
viaggio. Ma stando a quanto mi dice la signorina l'ostello - che ha
capienza di 40 posti - è tutto pieno. Ma quanti cazzo sono sti
pellegrini??? (ndr: non ne vedrò nessuno in giro in tutti e quattro i
giorni!).
Il gps da polso è fuori uso, "benissimo". lo lascio a casa. Finisco di
prepararmi senza fretta e senza voglia, mi metto in marcia direzione
parma e alle 11.15 parto da Fornovo. Passo in mezzo al paese e mi
sento un povero coglione, fuori posto: io con i pantaloncini corti,
zaino in spalla e un bastone di legno con cordicella da polso che
ricorda molto quello dei pellegrini, anche se l'ho comprato tre anni
fa a Canazei.
Sono nervoso, mi sento osservato. Mentre a mia volta osservo la pieve
di Fornovo, un anziano mi si avvicina sorridente e mi chiede "Lei è un
pellegrino?" e penso " E lei invece è un rompicoglioni?" ma mi
trattengo e lo liquido con un laconico "piu' o meno" tagliando sul
nascere ogni tentativo di dialogo da parte sua.
Due anni fa passai dalla Cisa in macchina, diretto alle Cinque terre.
Mi fermai a mangiare all'ostello della Cisa, dove trovai una mappa
gratuita che parlava di un trekking dallo strano nome "la via
francigena" da Collecchio al passo della Cisa, suddiviso in cinque
tappe. La presi, e quando tornai a casa la misi in fondo in fondo a un
cassettino della mia testa chiamato "progetti possibili". L'anno
scorso feci il Bologna-Firenze a piedi in 4 giorni ad aprile,
quest'anno, come ormai diventerà tradizione, avevo bisogno di un
trekking di qualche giorno lungo l'Appennino, e così ho aperto quel
cassetto, recuperando la mappa.
Visto che mi perdo subito in paese, la personalizzo immediatamente
arrivando a Respiccio via asfalto anziché passando per boschi: se non
altro mi sono risparmiato il primo dei tanti saliscendi che
caratterizzano questo percorso.
Già comunque dopo il curvone di Caselle il panorama migliora, e mi
sento già un pochino meglio.
La strada è una provinciale di fondovalle scarsamente frequentata,
almeno in questo mezzogiorno di venerdì di pasqua. Il sole picchia ma
non mi crea problemi, anzi, me lo godo.
Fino a Sivizzano nulla da segnalare, dalla noia mi metto a fotograre
tutte le pievi che incontro, anche quelle piu' insignificanti, e
diverse colonnine con il simbolo in rilievo (di terracotta?) del
pellegrino.
A Sivizzano si taglia la provinciale passando per un sentiero. Peccato
che dopo circa 500 metri si debba guadare l'insignificante rio della
Corona, largo un tre metri, ma c'è acqua e non c'è modo di passare di
là senza bagnarsi fino alla caviglia. Rinuncio. Torno indietro, su
asfalto, con le pive nel sacco.
Un po' piu' avanti si abbandona la fondovalle per salire a destra
verso Bardone. A quanto ne so ci deve essere una bella pieve del VI
secolo, che dovrebbe essere in quanto a bellezza il pezzo forte della
giornata. Sì, peccato che sia in corso un funerale, con gente che
addirittura sta fuori dalla porta dal granchè è piena la chiesa. Due
foto da fuori, il pranzo basato solo su tre barrette di cioccolato
kinder e acqua di fontana e via andare! Proseguo in salita su asfalto
con il sole che ora non è poi così piu' tanto amico, fino a Terenzo.
Sono le 15: quasi quattro ore che cammino su asfalto, roba da non
crederci!
Per fortuna appena usciti da Terenzo incomincia il sentiero! In
salita. E Con fango. Ma almeno è sentiero. Saluto la pianura padana,
dopo quella curva si nasconderà dietro le colline e non la rivedrò
piu' per qualche giorno.
Arrivati alla fine della salita, il panorama incomincia davvero a
farsi interessante, vedendo anche neve in cima ad alcune colline.
A Castello di Casola mi offrono da bere dell'acqua speciale (vino) ma
visto il caldo non è il caso, comunque sto bene, e incomincio a
scherzare rilassato con la rara gente che incontro.
Discesa verso Villa. Mi siedo su una panchina. Una signora passa e mi
dice "il riposo del guerriero?". Chiacchiero un po': "ma viaggi da
solo? In compagnia è piu' bello!" Mah, sto bene anche da solo,
quantomeno so starci senza problemi, non mi annoio.
Si sale in mezzo a un bel bosco, ma appunto si sale costantemente, e
incomincio a sentirmi un po' stanchino… quantomeno la vista dei Balzi
del Diavolo mi ripaga : sono strani affioramenti rocciosi (di
arenaria?) che fan sembrare la valle il dorso di uno Stegosauro!
Arrivato a Cassio (curioso l'ingresso in paese che passa sotto
l'abside della pieve e pittoresca anche la strada lastricata che
attraversa il borgo) trovo facilmente l'ostello, ex casa cantoniera
sulla Cisa.
Nell'ostello ci sono solo due famigliole che non praticano trekking.
Nessun "camminatore", che tristezza!
Mi concedo una abbondante cena nel ristorante di fronte, considerando
che avevo saltato il pranzo, poi telefono alla ragazza di
it.sport.montagna che dovrebbe raggiungermi il giorno seguente per
darle la brutta notizia che senza un posto letto io la sera dopo torno
verso casa, e che se vuole continuare fino a lunedì si dovrà prendere
la tenda. Ma lei salva la situazione, tramite internet recupera i
numeri di tutti gli hotel e alla fine trova una stanza in un b & b a 9
km dopo la cisa: ottimo!
Dopo 7 ore di cammino, 1060 metri di dislivello in salita e 400 metri
di discesa, mi reputo soddisfatto: niente male come prima giornata di
sport dopo un inverno piuttosto sedentario.

GIORNO 2 : SABATO 7 APRILE 2007
Alle 8, dopo colazione al bar, parto verso Berceto, dove ho
appuntamento con Giovanna, che sta arrivando in treno.
Sono sulla Cisa, in leggera discesa, il panorama è ottimo, l'aria
frizzante ma non fredda, e non passano macchine.
Temevo il secondo giorno dopo la fatica fatta ieri e il fatto di non
essere allenato, invece mi sento in forma. Pesante la salita nel bosco
per arrivare a Castellonchio, ma almeno vengo ripagato dalla vista di
un daino (o era un capriolo?).
Poi finalmente la strada scende, e arrivo a Berceto alle 10.30, in
sole 2.30 quando la mappa dà 5 ore di percorrenza e gli appunti
scaricati dal sito della via francigena, piu' realistici, danno 3 h
40! Ottima prestazione!
Arrivo a Berceto proprio mentre anche Giovanna è arrivata. Ma come ha
fatto, se il suo treno arrivava alle 9.15, a farsi 5 km in salita in
poco piu' di 1 ora?
In realtà, mi dice, la stazione sta a 15 km da berceto! Ma per fortuna
un signore aveva prenotato il bus (se si vuole il bus bisogna
telefonare il giorno prima, fate attenzione!) e così è arrivata a
Berceto comodamente con il mezzo motorizzato.. meno male, se no chissà
quando sarebbe arrivata!
Avere compagnia mi distrae un po'…. prima dimentico il bastone nel
bar, e dobbiamo tornare indietro a riprenderlo, poi per la prima volta
sbaglio strada, perdo i segnali del pellegrino (ottima la segnaletica,
almeno nel tratto fino alla cisa impossibile perdersi) e ci mettiamo
un po' a uscire dal paese! Finalmente ritroviamo la segnalatica,
imbocchiamo il sentiero in salita e incominciamo a conoscerci un po'.
Alle 14 si arriva alla Cisa: il confine tra Emilia e Toscana! Mangiamo
nel ristorante sul passo, pieno di motociclisti, poi ci concediamo una
lunga pausa al sole. Riprendiamo la marcia solo alle 4, ma tanto
dobbiamo fare solo 9 km, e per giunta su asfalto. Infatti ci sarebbe
il sentiero in mezzo ai boschi che va fino a pontremoli, ma che passa
molto lontano dal posto in cui dobbiamo alloggiare, a Bramapane, sulla
Cisa.
Si continua a chiacchierare, e poi ci mettiamo a cantare: siamo alla
frutta! Negli ultimi chilometri la pianta dei piedi incomincia a farmi
male (sto utilizzando scarpe nuove, un rischio, ma grazie North Face,
faccio volentieri pubblicità, gran scarpe!) mentre le gambe sono a
posto.
Arriviamo al B & B Bramapane alle 19 (8-19 11 ore - 2 di pausa = 9 ore
di cammino), gran bel posto, e ci assegnano la dependance, ottimo
anche l'alloggio!

GIORNO 3 : DOMENICA DI PASQUA
Alle 7 suona la sveglia e alle 7.30 siamo davanti a un'ottima
ciambellona che accompagno con due tazzone di te' seguite da una di
caffè e via che si parte: anche oggi tappone lungo, ma mi sa che di
tappe corte ce ne siano poche qua…
E' ancora presto, sulla Cisa non c'è nessuno, e cmq dopo poco la
lasciamo girando a sinistra. Con un po' di culo, scopriamo una strada
non segnata sulla mappa che arriva fino a Casalina, per cui non ci
dobbiamo inventare una via, e così senza problemi ci rimettiamo sulla
via francigena che avevamo abbandonato alla Cisa.
Il sentiero è in lieve salita, immerso nel bosco, e attraversi
antichi ponticelli di pietra: peccato che si passi ogni tanto sotto
piloni enormi dell'alta tensione, con il tipico rumore di friggitura,
un po' inquietante, dell'alta tensione.
Ci mettiamo a parlare di sesso e pazzia, due tra i miei argomenti
preferiti, e così quasi senza accorgermene e senza sentire fatica ci
ritroviamo a Pontremoli, che imbocchiamo dalla porta nord, Porta
Parma.
Dalle indicazioni che ho dovrebbe essere un bel paese da visitare, ma
noi due diamo solo un'occhiata alla facciata esterna del duomo,
impegnati come siamo a cercare un posto per pranzare. La Gio mi ha
fatto una testa così con i testaroli, il piatto tipico locale, una
specie di farinata al pesto.
Il fatto è che che essendo il giorno di pasqua tutti i ristoranti
siano strapieni. Alla fine troviamo una gastronomia aperta dove la
titolare gentilissima ha pietà di noi e manda una delle due figlie su
in casa propria a cucinare i testaroli per noi due: un pranzo di
pasqua difficilmente dimenticabile!
Sfamati e soddisfatti, ci rimettiamo in marcia verso sud: un pezzo di
noiosa, pianeggiante e dritta statale, almeno non molto trafficata in
questo primo pomeriggio pasquale. Da una finestra aperta scorgo due
ragazze straniere, di un qualche paese dell'est europeo, mentre
rompono un gigantesco uovo di pasqua e ridono: quanto vorrei unirmi a
loro.. per mangiare l'uovo di pasqua, ovviamente! ;-)
Alla Pieve di Sorano si lascia la Cisa e si incomincia a salire a
sinistra fino ad arrivare a un altro borghetto molto carino che
crediamo essere Filetto. Per cui, quando dopo un altro lungo tratto di
cammino in mezzo al bosco e convinti di essere giunti nei pressi di
villafranca, scopriamo di essere arrivati a Filetto, almeno a me,
crolla il mondo addosso. E Il cielo pure, per accanirsi su di noi, si
incupisce. E tra l'altro, come se la situazione non fosse già
abbastanza pesante, è pure tardo pomeriggio, e ci troviamo anni luce
da Aulla, meta della giornata e dove abbiamo una stanza che ci
aspetta.
"Che si fa…? A questo punto sdraiamoci sul prato e aspettiamo la Fine"
propongo mesto.
Ma per fortuna sono in compagnia di una donna dalle mille risorse, che
invece non si abbatte e prende in mano la situazione: come un
caterpillar si dirige nel bar (un ricettacolo di fighetti che si
stavano dando all'happy hour), si impossessa delle pagine gialle,
riesce a scovare l'unico albergo di villafranca, prenotare una stanza,
e tal tavolino del bar fa pure amicizia con la gioventù locale. Il
tutto mentre sono nel prato, a testare finalmente la mia nuova
mantella sotto la pioggia.. per la cronaca il collaudo è stato
positivo.
Giunti all'hotel Manganelli, apprezziamo la bellezza della doccia dopo
una lunga camminata, e anche la goduria di una abbondante mangiata. Se
avete fame, passate da lì: le porzioni sono monster! Concludo il tutto
senza ritegno, strafogandomi non con una ma bensì con due porzioni di
torta imbottita (panna caffè crema pan di spagna cioccolato e altri
ingredienti ancora): SQUI-SI-TA! La Gio, santa donna, mi giustifica
dicendo che è Pasqua, non facendomi così sentire una merda :-)

GIORNO 4: PASQUETTA
Il mattino seguente la sveglia suona alle 6, e mi sveglio con un gran
buon umore: stasera saremo a Sarzana, e già mi godo la scena trionfale
dell'ingresso nella città, con la gente ai lati della strada inchinata
ai nostri piedi e ancelle che gettano petali di rosa su di noi, mentre
faccio roteare il bastone manco fosse la spadona di Konan il barbaro.
Usciamo dall'hotel che è ancora buio e cercando di fare poco rumore
(tranquilli, abbiamo pagato il conto la sera prima) ci infiliamo nel
bar abbandonandoci a un'ottima colazione (continuo con il mio solito
abbinamento tazze di te seguite da tazza di caffè).
"Sei sicuro della strada?" mi chiede Gio. "Certoooo!" Esclamo
convintissimo al bivio che c'è a neppure dieci metri usciti dal bar,
imboccando il ramo sinistro. E' ovvio, inutile dirlo,che la strada
giusta era quella a destra, e che alle ore 8, dopo un'ora e mezza
passata a camminare inutilmente, siamo esattamente di nuovo di fronte
al bar, al punto di partenza. Che è successo nel mentre?
Ho trovato i segni della via francigena, ma non ho dato peso al fatto
che indicavano il senso opposto di marcia (ossia verso villafranca).
Siamo arrivati a Filetto, e studiando la cartina, abbiamo visto che
c'era da guadare un rio… abbiamo chiesto informazioni.. ci
rassicurano, dicendo che il rio è semplice da guadare… sti cazzi..
dopo 10 minuti arriviamo alle rapide del fiume Colorado: l'acqua
ribolle bianca, andando ad infrangersi violentemente su rocce aguzze…
ok… forse sto esagerando, cmq il fiume (non lo chiamerei rio o
ruscello, di sicuro) è largo una decina di metri, la corrente c'è, e
la profondità.. beh.. mi sa che l'acqua non arrivi proprio alle
caviglie ma un bel po' piu' su…
La pazza Gio medita di passare di là. Io penso che sì, durante il
percorso il pellegrino è chiamato a spogliarsi dei suoi averi, e io
entrando in acqua potrei dire addio alla macchina fotografica
digitale, al cellulare nuovo, e alle carte di credito, ma non sono
ancora pronto a spogliarmi dei miei averi.. del resto sono un
viandante (sono un integralista ateo, la mia religione è odiare tutte
le religioni), non un pellegrino.
E poi, non ho passato il ruscelletto a Sivizzano, figurarsi se passo
queste "rapide"! Comunico la mia decisione a Gio "passa pure se vuoi,
ci si vede magari ad Aulla, ma io torno indietro!" Pensavo passasse,
ma invece anche lei decide di tornare indietro. E così, ecco spiegato
perché alle 8 siamo ancora al punto di partenza, e abbiamo sprecato 1h
30'.
Una volta imboccata la strada giusta arriviamo a Virgoletta, punto.
Scusate, non ho resistito. Arriviamo a Virgoletta, e a dispetto del
buffo nome, scopriamo invece uno dei borghi piu' belli visti finora,
con una discreta terrazza panoramica (ricorda, ma molto in peggio, il
mio angolino segreto di paradiso terrestre, nascosto in liguria, dove
chiederò la mano alla mia ragazza.. sempre se mai un giorno mi venisse
la balzana idea di sposarmi…).
Siamo rilassati, entrambi abbiamo deciso che causa il tempo perso
ormai Sarzana è OUT: la meta finale sarà Aulla e da lì si riprenderà
il treno per l'emilia. Così possiamo cazzeggiare tranquilli, con il
passo di un vero viandante, senza fretta, che tanto Aulla non è
lontana. Si cammina sempre in paesaggi meravigliosi, che danno
veramente una sensazione di pace, di serenità, di armonia. Mi sento
bene. Davvero bene. Straordinariamente bene. Strabenissimo.
E così, tra una battuta e un silenzio meditativo a un certo punto la
butto lì: "Mi sta venendo un voglino… Sarzana…voglio provarci!"
Non sento fatica, non sento nulla, solo un'immensa forza esplosiva.
Quando a Fornoli si ferma per bere, le chiedo di farmi una foto
"voglio immortalare questo momento, per ricordarmi quando sono stato
da dio in questi momenti!"
E, ovviamente, passati 10 minuti, da dietro la Gio mi chiede "da
quand'è che non vedi un segno rosso?" "Ehm.. su una casa, 50 metri
prima che ci fermassimo per bere e per la foto…!".
Poco piu' avanti il sentiero arriva a un bivio, niente è segnato, e
sembra piuttosto selvaggio. Che fare? Tornare sui propri passi, o
proseguire? Ci penso qualche secondo, ma poi concordo con Gio e dico
"Non posso piu' permettermi di sbagliare se voglio arrivare fino in
fondo in tempo, ok torniamo a controllare l'ultimo segnale che ho
visto."
Sulla casa su cui avevo visto l'ultimo tratto di pittura c'è il
segnale bianco-rosso orizzontale: onestamente, 100 volte su 100
dovessi trovarmi davanti a un segnale del genere tirerei dritto.
Invece, guardando bene con molta attenzione, sulla destra dietro la
casa, nascosto in mezzo all'edera, c'è il successivo segnale della via
francigena.. mah, ripeto, quando c'è da girare sono abituato a vedere
le line poste ad angolo retto…
Anche il "sentiero giusto"è selvaggio.. e segnalato da cani, almeno
rispetto a come eravamo abituati in provincia di Parma. Si risale per
giungere a Fornoli, posto bruttarello. O la penso così solo perché i
segnali scompaiono: dove sarà il sentiero?
Giovanna ha voglia di prendersela con calma e cercare il sentiero, io
invece non ho piu' tempo. Trovo l'indicazione per Aulla, c'è da farla
su asfalto. "Fai la tua scelta" le dico. "Che cazzo vuol dire fai la
tua scelta?" mi riprende.
Evidentemente mi sono espresso male: volevo dirle che lei può
permettersi di scegliere, ha questa fortuna, mentre io ormai non ho
scelta, sono costretto ad andare su asfalto perché mi manca il tempo.
Lei giustamente sceglie il sentiero nel bosco, avendo tempo anche a me
sarebbe piaciuto farlo, per cui le nostre strade si separano, sono le
11.
Salutato Giovanna scendo verso valle, sbuco sulla statale della Cisa
al km 19, secondo quando riportato sulla ex casa cantoniera. 19 km da
cosa? Mi viene il dubbio che forse sono proprio i km che mancano per
arrivare a Sarzana, chissà!
La statale è trafficata in questo tratto, ma non me ne preoccupo:
percorro piu' di 2000 km all'anno con la bici da corsa, quindi sono
abituato a stare su strade con traffico pesante.. e pure a respirare
gas di scarico senza farmene un problema! :-)
Procedo come un panzer in linea retta verso sud, breve sosta in un
bar, il tempo giusto di comprarsi una bibita, a Terrarossa davanti al
castello dei Malaspina, e poi di nuovo statale fino ad Aulla (grazie
ad una indicazione ricevuta ho tagliato per la zona industriale -
deserta visto il giorno di festa- risparmiandomi un pezzo di statale).
Ad Aulla la prima cosa che vedo è l'ufficio informazioni: che culo,
penso. La ragazza che è dentro il casottino mi dice che sono aperti
solo da due giorni, non ha ancora tutto il materiale, e sulla
francigena non ha niente (peccato, visto che non ho nessuna mappa del
tratto toscano..) però in compenso mi riempie di materiale sulla
lunigiana e la provincia di massa carrara… non sprizzo gioia da ogni
poro in quel momento, ma dentro lo zaino riesco a farci stare tutto..
e tengo tutto.. ogni materiale può tornare utile, così come lo è stato
quella mappa recuperata in quel ristorante 3 anni fa sulla via
francigena..
Di Aulla mi rimane impresso il monumento macabro a Pantani (la sua
testa… mozzata!) e il monumento a Bettino Craxi! Gliel'ha dedicato il
sindaco, mah, chissà quanti soldi gli avrà fatto intascare…
Vado a visitare l'abbazia di San Caprasio, piu' che altro perché le
indicazioni che ho della tappa Aulla-Sarzana (ho un foglio A4 con le
indicazioni verbali, nessuna mappa) partono da quella chiesa.
Entro per dare un'occhiata e ho il culo di beccare un amico del prete,
che a quanto pare è anche uno storico, e mi fa una lezione di 20
minuti che è un interessante concentrato di arte, architettura,
religione, storia e… leggenda (alla bomba inesplosa in tempo di guerra
con la spoletta innestata, mi dispiace, ma io da buon ateo non ci
credo!).
Lezione cmq interessante, a voi basti sapere che San Caprasio è il
santo protettore dei pellegrini della via francigena! e moh, visitato
il suo sepolcro (era seppellito sotto l'abside della chiesa, ora le
sue ossicine sono sotto l'altare) chi mi può più fermare? (ateo, ma un
po' di superstizione non mi fa schifo!).
I 20 minuti persi li recupero saltando il pranzo.
Si esce dal paese passando per un ponte e girando a sinistra ci si
trova in un bosco molto lussureggiante.. e anche piuttosto umido.. mi
sembra di stare nella foresta amazzonica.. che afa e che sudata! per
fortuna poi si raggiunge una carrareccia (panoramica, bella visione di
Aulla) e procedendo sempre in salita si arriva a Bibola, bel borgo
abbarbicato su una collina, ma che non visito perché son già le ore
14. Si vedono le Apuane! Spettacolari!
Si scende un po' e si arriva a Vecchietto, nonostante l'ottima
segnaletica riesco a saltare una curva a destra (e stavolta era pure
ben segnalata!), però per fortuna dopo 10 minuti mi accorgo che il
foglio con la descrizione della tappa non corrisponde al punto in cui
mi trovo: piu' che altro dovrei andare in salita e invece sto andando
in discesa!
Per fortuna, dopo pochi minuti, ritrovo la retta via, ho perso in
totale poco piu' di 20 minuti.
Nel borgo di Vecchietto (piuttosto.. vecchietto!! Tra quelli visti è
uno dei piu' malmessi) mi faccio un nuovo amico: un cagnolino di mezza
taglia dal pelo corto e lo sguardo vispo e furbetto, che vedendomi
decide di venire con me. Mi sopravanza sempre di una ventina di
metri, trotterellando, annusando, e alzando la zampetta per fare un
goccino di pipì. Quando mi distacca di troppi metri si volta, si ferma
immobile, mi guarda e mi aspetta. Quando torno ad essere a 10-15 metri
di distanza riprende a correre in avanti. Provo a cambiare strada, e
quando si accorge che non lo seguo torna indietro, mi supera e si
riposiziona venti metri avanti. L'idea di andare in giro x monti con
un cane mi è sempre piaciuta, ma vorrei farlo con un cane mio non con
un cane altrui!
Per cui se nei primi 10 minuti, mentre risalgo un sentiero
costeggiando orti e ulivi, mi piace e mi avere la sua compagnia, dopo
incomincio a pensare che sia un problema. Spike 2, così l'ho chiamato
in onore dello Spike originale, non mi ubbidisce, nonostante incominci
a sgridarlo. E se mi segue fino a sarzana che cazzo faccio? Fra
l'altro ha una targhetta al collo, e quindi non me la sentirei di
portarmelo a casa… fosse un randagio chissà…!
Sono preoccupato per il tempo che potrebbe farmi perdere sto cagnolino
quando per fortuna si ferma davanti a una ripidissima salita. si vede
che forse è abituato ad arrivare fino a lì… fatto sta che abbocca alla
mia finta di tornare indietro, mi supera, e stavolta cerco di
spaventarlo con il bastone. non si ferma e per fortuna gira a destra,
tornando sul sentiero da cui provenivamo: complimenti, però! Un cane
che sa leggere la segnaletica del CAI meglio di me!
Liberatomi del cane, mi ritrovo su un sentiero che si inerpica ripido
sul lato scosceso di una collina, così arrivare al quadrivio posto
alla sua cima mi richiede un certo sforzo e soprattutto mi ritrovo in
un lago di sudore visto la bassa quota e il sole che ha deciso di
picchiare duro.
Finalmente imbocco la strada in discesa: secondo le indicazioni
scaricate da internet dovrei essere entrato in Liguria!
Tra le mie indicazioni tratte dal sito della via francigena e la
segnaletica dei sentieri riesco a non perdermi nonostante non abbia
uno straccio di mappa, rendendomi ignote le distanze tra una località
e l'altra.
Cammin cammina e uscendo dal bosco mi ritrovo davanti un panorama
stupendo! Al centro in primo piano il borgo di Ponzano Superiore.
Sullo sfondo, centralmente, le colline comprese tra il magra e il
golfo di la spezia (montemarcello etc), con alla sua destra il golfo
dei poeti e a sinistra.. sì è leiiii, ne sono sicuro: SARZANA!!!!!
Mi si stampa in faccia un sorrisone e da lì in poi la nona sinfonia di
beethoven si fissa nel cervello e mi viene spesso da intonarla,
fischiettando.
Ora scambio persino volentieri quattro chiacchiere con le persone che
incontro, nonostante il tempo sia tiranno: quanta differenza con la
risposta acida che diedi al vecchio davanti alla pieve di fornovo! Non
sono piu' incazzato con il mondo e con me stesso. Mi sento sereno,
tranquillo, forte, felice: niente e nessuno ora può impensierirmi, mi
sento in totale armonia con tutto e tutti.
Sosta a ponzano, svaligiando il bar della casa del popolo. Mi rilasso
seduto davanti a un superbo panorama collinare formato da ulivi, case
coloniche, cavalli, rondini che saettano nel cielo e.. a quanto pare
vipere!!! Non posso fare a meno di ascoltare un racconto di un anziano
che racconta a una bambina e sua madre i brutti incontri che si fanno
da queste parti nei boschi! Brrr.. meno male che il sentiero è quasi
finito.. piu' o meno.. riprendo a camminare, carico ora che sono
vicino alla meta, più o meno. giu' a rotta di collo, poi finalmente la
strada asfaltata, ecco la periferia di sarzana.. ma quant'è grande
sarzana? Accelero, e alle 17.50 dopo esser passato nei pressi di un
torrione circolare, faccio il mio trionfale ingresso nel centro
storico di Sarzana! Peccato non essere entrato in città passando da
una delle due porte murarie, ma non ho tempo per i dettagli!
La gente è a passeggio, a cazzeggiare, vestita bene e profumata, e si
fa le classiche vasche in centro.
Mi sembra di ricevere strane occhiate, come se volessero farmi notare
che sono fuori dal coro. Per risposta, mi limito a fissare negli
occhi chiunque mi guardi, e sorrido: sono fuori dal coro, sì, ma sei
sicuro che essere dentro il coro sia la scelta migliore che tu possa
fare?
Arrivo alla stazione alle 18.05. Incredibile: sono riuscito ad
arrivare in tempo per prendere il treno delle 18.12, IMPRESA TITANICA!
Non faccio in tempo a sentirmi gasatissimo, che la speaker della
stazione annuncia un ritardo di 30 minuti.. e poco dopo infierisce
comunicandoci che il treno è annullato per un guasto tecnico! La gente
si dispera, io sorrido, divertito da questa piccola beffa: dopo la
marcia forzata per riuscire a prendere questo treno, il treno non c'è!
Ma chi se ne frega ! :-) Aspetto il prossimo, e come immaginato si sta
stretti come sardine, anche tra uno scompartimento e l'altro. Io mi
metto per terra, seduto sul predellino. Tanto, dopo quattro giorni
passati nei boschi, non temo neppure lo sporco dei treni fs!
Che dire, finora il 2007 per me era stato un anno un po' travagliato.
Questo viaggio fuori e dentro di me è stato straordinario e mi ha dato
quello che stavo cercando e di cui avevo tanto bisogno: oltre al
divertimento, all'esercizio fisico, mi ha dato una grande dose di
autostima, di fiducia nei miei mezzi!
Ora mi sento davvero carico, mi sento davvero pronto per combattere e
prendere la vita a testate!
Se Archimede disse "datemi un punto di appoggio e solleverò il mondo"
io posso dire "datemi un sentiero e io lo camminerò".

Buon viaggio, viandanti!

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